Informazioni generali | I problemi sessuali nella cristianità del Medio Evo
Da tempo, la straordinaria diffusione della dottrina cristiana aveva portato la Chiesa a porsi di problemi psicosociali di carattere pratico, e in primo luogo il problema dell'indissolubilità del matrimonio e del celibato dei preti.
Il matrimonio, fin dal quinto secolo, è sotto la completa giurisdizione della chiesa. San Gerolamo aggiunge che non bisogna troppo godere dei rapporti sessuali. La donna è messa di nuovo in una condizione di inferiorità: non deve uscire di casa. Infatti, anche nel più legale e nel più canonico dei matrimoni, all'atto sessuale viene attribuita un'indissolubile colpevolezza, stando a quanto dice Sant'Agostino: " ed ecco che siamo nati tra le feci e l'urina ed è nel peccato che mia madre mi ha concepito! ". Il celibato dei preti e stato un problema molto complesso: San Paolo, all'inizio, ammetteva il matrimonio anche per i vescovi; si chiedeva loro soltanto di non risposarsi, qualora fossero rimasti vedovi. Nei primi tre secoli i preti potevano sposarsi. Non era possibile in ogni caso sposarsi, pena l'interdizione, dopo essere stati ordinati sacerdoti. Molto più tardi venne stabilito che i figli dei preti dovranno per sempre rimanere servitori della chiesa. Infine Leone IX, tra 1049 e il 1055, stabilisce l'obbligo della castità. All'inizio del medioevo sembra che una certa libertà abbia regnato un po' in tutti paesi. Il concetto tradizionale di cavalleria sembra essere stato riscritto da autori " benpensanti " che si sono basati su leggende molto meno idealiste: i cavalieri sono spacconi viziosi sanguinari; la morale è fondata sulla forza; il matrimonio, considerato socialmente utile, non è rispettato. In una canzone provenzale una moglie infedele risponde al marito che non deve rimproverarle niente perché il suo amante è un cavaliere molto abile con le armi (in questo caso Orlando, nipote di Carlo Magno). Se il padre era un personaggio di alto lignaggio, essere bastardo non era forzatamente uno svantaggio.
La nudità non era proibita. Una regina dell'Ulster, quando un guerriero ritornava, lo accoglieva con ardore, con 600 dame a seno scoperto e con gli abiti alzati. In Francia, in Scozia e in Inghilterra esisteva lo jus primae noctis. I monaci di Saint-Theobard ne fruivano nei riguardi degli abitanti di Montauriol. Montauban fu fondata perché gli abitanti di Montauriol chiesero asilo al conte di Tolosa per sfuggire a questa consuetudine. Più tardi, il conte si limitava di introdurre simbolicamente nel letto della sposa una gamba (e pagando, si poteva evitare anche questo). L'interpretazione di questa consuetudine non è semplice: non nasce dal fatto che il signore volesse approfittare della sua superiorità su un servo, ma dal timore della maledizione legata all'atto stesso. Le donne spesso uscivano con il seno scoperto, che doveva essere coperto in chiesa. Gli uomini portavano indumenti che aderivano talmente agli organi genitali da mostrarli piuttosto che nasconderli. Nel XV secolo si andava bagno nudi e si portavano i bambini: tutti si toccavano e fornicavano. Il Boccaccio, l'Ariosto e altri scrittori dell’epoca sono autori di racconti licenziosi.
Il concubinato dei preti era manifesto. Nel tredicesimo secolo, nella chiesa di Santa Maria a Roma, i preti riunivano le "donne pubbliche ". Gli ecclesiastici non sposati avevano diritto ad avere delle concubine, pagando un contributo. D'altra parte, era bene che il parroco avesse le concubine, per evitare che allontanasse dal retto cammino altre donne. Molte erano le religiose che rimanevano incinte e abortivano. La prostituzione era molto diffusa. A Parigi esisteva un gruppo chiamato "le ragazze pazze del proprio corpo ", alle quali erano riservate alcune strade. Contemporaneamente a Carlo VI, Giovanna, regina di Napoli e contessa di Provenza, aveva aperto una casa di tolleranza riservate ai cristiani. Papa Giulio II fece lo stesso nel 1510, seguito dal Leone X e Clemente VII. Le prostitute che vogliono cambiare vita hanno la possibilità di riabilitarsi nella società. Le comunità che si occupano di queste si chiamano le case di Maddalena. Ancora una volta, in Europa come in Oriente, il sesso si mescola col sacro. Di fronte a questi eccessi, la Chiesa afferma maggiormente la sua posizione in favore del matrimonio monogamico, prima contratto davanti a testimoni ecclesiastici, poi controllato da un prete. Indispensabile era l'autorizzazione dei genitori, senza la quale il matrimonio era considerato un rapimento e uno stupro, e quindi punito con la morte.
L’Inquisizione (1183), sorta inizialmente per porre fine agli scandali determinati dall'interpretazione troppo libera e individuale delle norme religiose, rispondeva in realtà al profondo timore che l'estensione al popolo della libertà sessuale dei "grandi" scalzasse le basi temporali e spirituali della chiesa. L'istinto sessuale fu perciò definito demoniaco, come il suo istigatore, i suoi seguaci e il suo culto. L'istigatore è Satana, la cui anatomia sessuale è ben precisa: il pene è lungo, rigido, rivestito di pezzi di ferro o di squame; lo sperma è gelido. Il rapporto sessuale con Satana non comporta obbligatoriamente la deflorazione (per cui è possibile condannare anche le vergini). I seguaci di Satana sono soprattutto donne, chiamate streghe, alle quali è riconosciuto un potere magico. Le streghe si dividono in due categorie: le vecchie, che volano a cavallo di una scopa, preparano filtri e unguenti, e sono malefiche; le giovani, che hanno rapporti con il diavolo, con i suoi seguaci, con i preti e figure importanti che inducono in tentazione, con alcuni animali che simbolizzano il diavolo, in particolare con i gatti neri. Il culto consiste innanzitutto nel suggellare un patto con il maligno, donandogli quattro capelli e un po' del proprio sangue. Segni di questo patto sono: stati di ipnosi (che oggi definiremmo crisi isteriche), visioni (allucinazioni psicotiche), crisi convulsive (epilessia) ma anche semplici lentiggini, verruche, orzaioli, ecc.
La repressione fu affidata ai cacciatori di streghe e iniziò dapprima in Germania con i due giuristi tristemente famosi, Sprenger e Institor, autori dell'opera conosciuta sotto il nome di "martello delle streghe" (Malleus Maleficarum, 1487), che descriveva i sintomi e la diagnosi degli atti di stregoneria, nonché i 35 modi di provocarne la confessione con la tortura. Ratificata da tutti gli atti, la tecnica proposta in quest'opera consentiva esecuzioni di massa. Si scatenò una vera e propria follia collettiva che raggiunse proporzioni colossali e dilagò fino alle nuove colonie fondate nell'America del Nord. Generalmente l'accusa partiva da un uomo i cui desideri non erano stati soddisfatti; probabilmente in questi casi le vittime più famose erano anche donne tra le più desiderabili. Lo strumento dell'inquisizione, nato per i reati a sfondo sessuale, poteva essere adattato anche ai conflitti di pensiero e alle deviazioni dalla fede.
A partire dal 1483 Martin Lutero, prendendo spunto dagli abusi legati alla rilassatezza di costumi del clero, al nepotismo, alla fiscalità ecclesiastica (le tasse percepite dalla Chiesa su gli introiti delle case di tolleranza rendevano quattro volte più della vendita delle Indulgenze in Germania), aveva predicato la Riforma. Fu scomunicato, bruciò nella pubblica piazza la bolla papale di espulsione e si sposò con una monaca fuggita dal convento. Giovanni Calvino, figlio di un notaio apostolico di Piccardia si rifugiò a Ginevra e vi predicò una morale severa da cui, a sua volta, prese spunto per bruciare coloro che trasgredivano ai suoi princìpi. Bisogna dire che il movimento di riforma fu aiutato all'inizio dei giovani credenti di ambo i sessi, che potevano vivere la sessualità solo sposandosi, mentre la riforma ammetteva il divorzio.