Rassegna stampa | Fox Uomo, Eiaculatio praecox, un sintomo da curare
di Maurizio Cristini
Con la consulenza del dottor Alessandro G. Littara, andrologo, sessuologo e chirurgo andrologo a Milano e Roma.
Il rapporto sessuale non è appagante? Troppo in fretta giungi all’orgasmo? L’amplesso non è per nulla piacevole perché sei troppo concentrato a durare di più? Se ciò succede sistematicamente, si tratta di un disturbo sessuale che va curato. Non temere, non sei il solo a soffrirne, anzi, sei in numerosa compagnia, dato che è un problema molto più frequente di quanto si possa pensare. Infatti, un uomo su tre è affetto da eiaculazione precoce. In ogni caso, si tratta di un disturbo che si può, abbastanza facilmente, risolvere. Lascia perdere il cronometro. La bellezza e il piacere dell’atto sessuale non sono misurabili in minuti o secondi, ma solo in intensità di emozioni, armonia, complicità e intimità con la tua compagna. Tuttavia il controllo delle tue sensazioni fisiche e sessuali, aiuta a vivere al meglio la tua vita sessuale.
L’ascesa all’orgasmo
- fase di “preparazione”, controllata dal sistema nervoso, e che consiste nel progressivo incremento dell’attività secretoria da parte della prostata e delle vescicole seminali (ghiandole che producono lo sperma e che rappresentano un serbatoio del liquido seminale);
- fase di “emissione”, caratterizzata dalla progressiva accelerazione del transito degli spermatozoi, con potenti contrazioni peristaltiche della muscolatura, delle vescicole seminali e della prostata (una ghiandola sessuale che si trova sotto la vescica e che produce una parte del liquido che viene espulso con l'eiaculazione) con emissione del liquido seminale in uretra prostatica (o posteriore, che è il tratto iniziale dell’uretra che attraversa la prostata), a cui corrisponde la sensazione di inevitabilità dell’eiaculazione
- fase della “eiaculazione” vera e propria, caratterizzata da contrazioni ritmiche dei muscoli genitali e dal rilasciamento dello sfintere che spingono il liquido seminale fuori dall’uretra (il tubicino che mette in comunicazione la vescica con l’esterno) e così l’uomo giunge all’orgasmo
Di che cosa si tratta
L’eiaculazione precoce (ejaculatio praecox) è generalmente citata come la più comune delle disfunzioni sessuali maschili, anche se in realtà si tratta di un “sintomo”. Tuttavia, nonostante la sua larga diffusione, è anche la disfunzione più difficile da definire in termini scientifici. Essenzialmente, la precocità è una condizione per cui un uomo è incapace di esercitare un controllo volontario sul suo riflesso eiaculatorio. In altri termini, una volta eccitato sessualmente, l’uomo raggiunge molto rapidamente, e in modo del tutto involontario, l’orgasmo, anche perché, non avendo la percezione delle sensazioni che anticipano l’acme dell’eccitamento erotico, non riesce a controllarsi.
L’errore che solitamente si compie è quello di riferirsi alla “precocità” in termini esclusivamente di “tempo” che un uomo impiega a raggiungere l’orgasmo. Il tempo ha certamente la sua importanza per individuare il sintomo del disturbo, ma, in realtà, l’aspetto cruciale della precocità è l’assenza di controllo volontario nell’eiaculare. Non importa se ciò avvenga dopo due o cinque movimenti coitali, o dopo dieci o venti secondi.
Si può quindi affermare che c’è precocità quando l’orgasmo avviene al di fuori del controllo volontario del maschio, una volta che è stato raggiunto un alto livello di eccitamento sessuale. Nei soggetti precoci l’eiaculazione è immediata al raggiungimento della massima eccitazione sessuale, mentre chi non soffre di precocità riesce a mantenere lo stato di massima eccitazione per diversi minuti, permanendo così in uno stato di plateau prima dell’orgasmo.
Le cause
L’origine della disfunzione è una materia ancora aperta alla ricerca. Di certo si sa che l’eiculazione precoce può dipendere da cause fisiche, da cause psicologiche o da entrambe.
A livello fisico, troviamo cause organiche generali, come ad esempio il diabete o le malattie neurologiche che interessano il midollo spinale, e cause organiche locali, quali infiammazioni o traumi dell'uretra e della prostata. E ancora, la presenza di una infezione cronica localizzata nel solco del glande (solco balano-prepuziale), che può portare anche a fimosi (restringimento patologico della pelle che ricopre il glande, con difficoltà o impossibilità a scoprirlo). Anche l’assunzione di alcuni farmaci(come i farmaci antiadrenergici usati per combattere l’ipertensione o i disturbi vascolari periferici) può portare all’eiaculazione precoce.
Tuttavia, tra le cause organiche locali è molto diffusa la presenza della cosiddetta “ipersensibilità del glande” (la parte terminale del pene), che è una condizione di ipereccitabilità delle fibre nervose sensitive del pene, e della brevità del frenulo (la parte che collega la base inferiore del glande al resto del pene), che in erezione viene stirato con conseguente iperstimolazione delle sue fibre sensitive, molto numerose in quella sede.
Le cause psicologiche, invece, sono rintracciabili nell'individuo o nella coppia. Le cause individuali sono soprattutto relative a sentimenti,spesso sadici e punitivi e del tutto inconsci, nei confronti delle donne, oppure relative all'ansia o all'incapacità di comunicare con la partner. Possono essere presenti, infine, un inconscio rifiuto del partner, ostilità e lotta di potere all'interno della coppia che pregiudica in maniera seria l'attività sessuale. Certamente è da rilevare come le componente psicologica sia sempre presente come causa diretta o come concausa del disturbo.
Un ruolo determinante nella genesi del problema, lo ricopre la famosa “ansia da prestazione” che la quasi totalità dell’universo maschile ha, almeno una volta, sperimentato nella propria vita.
L’ansia, che in verità non dipende solo da esperienze e flop del passato, ma ha radici ben radicate nella psicologia di ogni individuo, è, senza alcun dubbio, uno dei fattori fondamentali della nascita del disturbo e nel peggioramento della situazione.
I sintomi
Fra i vari sintomi dell’eiaculazione precoce, ve ne sono alcuni che hanno un carattere comune in tutti i soggetti che soffrono di tale disturbo. Ad esempio, si cerca di avere più rapporti consecutivi allo scopo di prolungare lo stato di plateau (mantenimento della massima eccitazione) e di ritardare l’orgasmo. Oppure si distrae la mente con pensieri di altro genere, o ancora, si cerca di limitare le stimolazioni genitali al minimo, fino a giungere a provocarsi un po’ di dolore. Però, questi tentativi, nella maggioranza dei casi, ottengono scarsi risultati effettivi e privano l’atto erotico di quel piacere che ne costituisce una delle parti fondamentali. La conseguenza diretta di questi maldestri esperimenti è quella di allontanarsi progressivamente dal rapporto sessuale, quando non si giunge, addirittura, ad evitarlo del tutto.
Quando soffro di ejaculatio praecox?
Nella pratica clinica, per inquadrare la gravità del disturbo, è importante la classificazione che tiene conto dell'epoca di insorgenza dell’eiaculazione precoce:
- eiaculazione precoce primaria: comparsa in occasione dei primi rapporti sessuali (circa il 70% dei casi)
- eiaculazione precoce secondaria: insorta dopo un periodo di normalità sessuale (circa il 30% dei casi)
Non esiste invece una classificazione, a tutt’oggi soddisfacente, basata sulla durata del rapporto. Si può grossolanamente definire lieve una situazione in cui si supera il minuto in penetrazione; media quando l’eiaculazione avviene dopo pochi secondi o poche spinte; grave quando avviene subito dopo la penetrazione o addirittura anche prima, durante i preliminari (eiaculazione “ante portam”)
La diagnosi e la cura
La diagnosi dell’eiaculazione precoce avviene attraverso un’anamnesi generale, uro-andrologica e sessuologica volta a chiarire le cause scatenanti della disfunzione e al fine di individuare la cura più appropriata per combattere il disturbo.
Durante la visita, il medico osserverà tutto l’apparato genitale e farà un’esplorazione rettale per valutare le condizioni della ghiandola prostatica. Verranno, inoltre, prescritti alcuni esami di laboratorio, quali, ad esempio, emocromo e glicemia, per verificare l’assenza di malattie come il diabete che è una delle cause dell’eiaculazione precoce. Si procederà inoltre all’esecuzione di ecografie dell’apparato genitale.
Per evidenziare una sospetta ipersensibilità del glande, verrà prescritto un semplice test con una pomata desensibilizzante. Una volta individuata l’origine della disfunzione (psicologica, fisica oppure entrambe) si procederà con il trattamento che si riterrà più opportuno:
- -Qualora il problema sia dovuto ad infezioni locali o prostato-vescicolari, si instaurerà una corretta terapia antibiotica e antiflogistica mirata (sulla base di accertamenti quali, soprattutto, la spermiocoltura), da eseguire a cicli.
- -Il frenulo corto potrà facilmente essere trattato mediante un semplice atto chirurgico in anestesia locale, la frenuloplastica.
- -Se il test con pomata desensibilizzante ha dimostrato la presenza di ipersensibilità del glande (significativo aumento dei tempi del rapporto), la soluzione sarà quella di asportare la pelle che ricopre il glande stesso (prepuzio). Questo accorgimento, eseguito mediante circoncisione, determinerà l’ispessimento della mucosa glandulare, desensibilizzando parzialmente e durevolmente la zona. La circoncisione è una semplice procedura chirurgica ambulatoriale, eseguita in anestesia locale e totalmente indolore.
- -Nei casi di origine psicologica, verranno insegnati specifici esercizi comportamentali (eventualmente associati a terapia farmacologia), da eseguire con o senza la partner. Il paziente verrà seguito nel tempo, evidenziando i miglioramenti sino alla completa guarigione, cioè fino a quando non eserciterà un completo controllo sulla sua eiaculazione. Lo scopo è quello di portare il paziente ad apprendere una sorta di continenza volontaria dell’eiaculazione, facendogli percepire chiaramente le sensazioni premonitorie dell’orgasmo (feedback sensoriale).
Quale che sia la causa, i successi terapeutici sono spesso brillanti. Occorre solo avere costanza e fiducia, ricordando che una condizione presente e radicata da anni necessita di tempo adeguato per essere completamente corretta.
pubblicato su FOX Uomo (n.4/aprile 2005)