Rassegna stampa | Atuttocampo, La visita andrologica dello sportivo
Abbiamo parlato nei numeri scorsi del rapporto tra sesso e sport, del fenomeno del doping e dei problemi andrologici dei ciclisti. Facendo riferimento a quest’ultimo articolo, molti lettori hanno espresso la curiosità di sapere come si svolge una visita andrologica generale: si sa che l’uomo è generalmente e tendenzialmente restio a farsi analizzare “là”, ma può arrivare il momento in cui le necessità superano l’imbarazzo, e la visita diventa “improcrastinabile”, anche se non si è ciclisti…
Ecco come si procede: quale che sia il motivo che ci induce alla visita, il primo momento cardine è rappresentato dalla “anamnesi”, cioè dalla raccolta delle informazioni che serviranno allo specialista per orientare la sua diagnosi e terapia. Via quindi al racconto del paziente, e alla formulazione di una serie di domande di carattere prima generale e poi sempre più specifico, fino all’identificazione del problema. Verrà chiesta la data di esordio dei sintomi, la loro gravità e evoluzione, la concomitanza di altre patologie, l’eventuale assunzione di farmaci, ecc.
Conclusa questa fase, passeremo alla successiva rappresentata dall’esame fisico: quale che sia il motivo della visita, verrà esaminato lo stato generale, la disposizione di grasso e peluria, il trofismo muscolare, la consistenza e sensibilità dei testicoli, lo stato delle mammelle, del pene e della prostata, quest’ultima mediante esame digitale. Ovviamente, l’esame verrà poi indirizzato a seconda dell’eventuale sintomatologia o di quello che sarà il sospetto diagnostico. A questo punto, nella maggior parte dei casi, siamo generalmente in grado di valutare la normalità del quadro o l’eventualità di procedere ad ulteriori analisi. Qualora permangano dubbi o riserve, si procederà all’esecuzione di alcuni accertamenti ematochimici e strumentali di carattere non invasivo che possono essere:
Accertamenti ematochimici, dall’emocromo alla determinazione della glicemia; dal livello del colesterolo al dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA), tutto l’assetto ormonale (testosterone, prolattina, ormone luteinizzante, ecc…), ed altri ancora.
Esame delle urine e urinocoltura, per la determinazione dei parametri e della presenza di germi nelle urine
Esame del liquido seminale (valutazione della fertilità) e spermiocoltura (eventuale presenza di germi nello sperma)
- Ecocolordoppler delle gonadi, per valutare morfologia e struttura, e per eseguire lo studio vascolare (presenza di varicocele)
- Ecografia prostato-vescicolare trans-rettale, che permette lo studio della prostata e delle vescicole seminali.
- Test mediante erezione farmaco-indotta: previa iniezione intracavernosa (assolutamente indolore) di prostaglandine (PGE1), si valuta la tumescenza, rigidità e tempo di risposta, oltre alla eventuale presenza di placche o incurvamenti penieni.
- Ecocolordoppler dinamico del pene: studio morfologico e vascolare del pene in condizioni di riposo e dopo erezione farmaco-indotta, estremamente utile per valutare l’afflusso arterioso e il deflusso venoso, oltrechè permettere l’osservazione delle strutture interne (induratio penis plastica)
- Esame del secreto prostatico raccolto durante massaggio digitale, utile per la determinazione della flora microbica.
- Rigiscan test: metodica attuata mediante l’uso di uno strumento dotato di due anelli elastici da inserire rispettivamente alla base e all’apice del corpo del pene, per la valutazione (previa erezione farmaco-indotta) computerizzata di tumescenza, rigidità e durata delle erezioni.
- N.P.T. (nocturnal penile tumescence): lo strumento di cui sopra, in modo assolutamente indolore, viene applicato per tre notti consecutive. Permette la valutazione della presenza, consistenza e durata delle erezioni spontanee notturne che avvengono durante le fasi REM del sonno.
- Studio dei potenziali evocati del nervo sacrale e studio della conduzione del nervo pudendo, accertamenti neurologici mirati alla valutazione di un eventuale danno neurologico.
Vi sono poi altri accertamenti di carattere più invasivo, attualmente scarsamente usati, per la valutazione del danno organico in determinati casi di deficit erettile, a cui gli esami sopra elencati non hanno saputo dare una risposta certa. Tali esami sono la cavernosometria (valutazione della continenza venosa mediante infusione di liquidi) e la cavernosografia (studio radiografico delle vene mediante mezzo di contrasto)
La combinazione della raccolta di una dettagliata anamnesi, l’esecuzione di un completo esame obiettivo e il risultato di alcuni degli accertamenti di cui sopra è quasi sempre sufficiente per determinare causa e adeguata terapia dell’eventuale problema.
E’ da sottolineare come attualmente la scienza medica sia in grado di risolvere ogni tipo di disturbo legato alla sfera sessuale, e di incidere significamente nel miglioramento della qualità del liquido seminale nei casi di riduzione della fertilità maschile.
del dr. Alessandro G. Littara