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Rassegna stampa | Viversani & Belli, Scusatemi... vado di fretta!





Di Matteo Quadrelli

Con la consulenza del dottor Alessandro G. Littara, andrologo, sessuologo e chirurgo andrologo a Milano

Pochi minuti, mezz’oretta, un’infinità? Quanto deve prolungarsi un rapporto sessuale per essere considerato appagante, sia da lui che da lei?

E’ sicuramente troppo breve quando l’uomo manifesta un problema di eiaculazione precoce, che spesso può gettarlo in uno stato di frustrante delusione. Cronometro a parte, in questo caso è possibile mettere in atto una serie di strategie, diverse a seconda dei singoli specifici casi, per ridare vigore, sintonia ed intimità all’atto erotico.

Che cosa mi succede…
L’eiaculazione precoce, della quale soffrono circa 4 italiani su 10, è materia di non facilissima definizione. Concretamente si tratta di una disfunzione sessuale molto comune, rappresentata dall’incapacità dell’uomo di controllare volontariamente il momento dell’eiaculazione stessa, non essendo in grado di trattenersi, una volta raggiunto il livello di eccitazione massima, per ottenere insieme alla sua partner il coinvolgimento più soddisfacente. E’ talmente diffusa che in molti, addirittura, la considerano soltanto una variante della normale e sfaccettata sessualità maschile.

La durata di un amplesso è scandita dai tempi dell’uomo, perché il momento nel quale avviene l’eiaculazione mette la parola “fine” alla possibilità di prolungare il coito. In molte coppie lui è nella tradizionale “dirittura finale” mentre lei è ancora coinvolta nella fase di eccitazione iniziale. Dal punto di vista prettamente scientifico, la cosiddetta fase di “detumescenza”, durante la quale il sangue defluisce dal pene, non supera generalmente i tre minuti.

Perché ci metto così poco?
In alcuni rari casi l’origine può essere di natura organica, generata da particolari infiammazione delle vie urogenitali, da malattie di carattere neurologico o all'uso di particolari farmaci. Le cause psicologiche sono sicuramente molto più diffuse, spesso le persone che soffrono di questo disturbo sono accomunate da un tentativo di difesa nei confronti dall'ansia generata dal sesso e, in particolare, dalle coinvolgenti sensazioni erotiche che precedono l'orgasmo, essendo quindi impossibilitati a controllarlo. Esiste tuttavia una condizione, scoperta di recente, di “ipersensibilità del glande”, che è ritenuta responsabile di molte forme di eiaculazione precoce prima classificate come esclusivamente “psicogene”. Essa è caratterizzata da una ipereccitabilità delle fibre nervose sensitive del pene, situate in massima parte nel glande. Queste terminazioni nervose presentano una soglia di reazione allo stimolo molto più bassa della norma, con il risultato di condurre gli impulsi che portano all’eiaculazione anche con una stimolazione minima. Si ritiene che questa condizione sia molto diffusa, ed aiuti a spiegare l’origine di molte forme di precocità altrimenti difficilmente classificabili. L'American Psychiatric Association ha recentemente definito l'eiaculazione precoce basandosi su di un criterio definito come "ragionevole controllo volontario", la determinazione del quale avviene considerando tutti i vari fattori che influiscono sulla durata della fase di eccitamento, come certamente l'età, l'emozione fornita dal partner, la frequenza e la durata del coito".

Che ansia!
L'ansia non è attribuibile ad un solo agente scatenante, ci possono essere invece elementi diversi risalenti all'infanzia, prime esperienze sessuali traumatiche e conflitti di coppia, timori da prestazione e paura del rifiuto … tutti aspetti che possono contribuire con diverso peso e profondità al manifestarsi di questo inconveniente. Anche un rapporto sessuale dopo una lunga astinenza o il primo incontro con una nuova partner, con la quale non si ha ancora raggiunto una precisa intesa fisica ma che si desidera ardentemente, può essere causa di amplessi veloci. L'eiaculazione precoce può inoltre verificarsi in certi casi e non in altri; per esempio, l’uomo può avvertire questo problema soltanto – ironia della sorte… - durante i rapporti di carattere extraconiugale. Anche nei casi di ipersensibilità del glande, condizione considerata “organica”, l’ansia può contribuire ad aggravare la situazione.

Il linea generale si può comunque affermare che raggiungere velocemente l’orgasmo in particolari situazioni è una cosa assolutamente normale. Se però l’uomo sistematicamente, con qualsiasi partner ed in qualunque condizione, suo malgrado raggiunge in tempi brevissimi il piacere, provando quindi grande insoddisfazione, siamo in presenza di un disturbo che va curato.

Meno grave di quello che sembra
Innanzitutto bisogna vincere la possibile vergogna, l’imbarazzo che l’eiaculazione precoce causa, non curandosi delle numerose barzellette diffuse sull’argomento, affrontando invece con decisione il problema. Fortunatamente la sessuologia moderna ha distrutto alcuni sciocchi preconcetti, sfatando credenze popolari come quelle di uomini che misuravano la durata delle loro prestazioni con un conta minuti per determinare la loro eventuale anormalità', e altri che cercavano invece di accelerare i movimenti della penetrazione, espediente che, generalmente, anzichè' ritardare l'eiaculazione, la anticipava ulteriormente.

Già da giovani è possibile imparare a ritardare il momento culminante dell’amplesso, semplicemente rallentando il numero delle spinte quando si sente che l’orgasmo si avvicina. La donna ha bisogno di circa undici minuti per raggiungere l’orgasmo, mentre l’uomo che soffre di questo fastidioso inconveniente, solitamente non riesce a superare la soglia delle 15 spinte pelviche, e comunque raggiunge l’acme nei primi cinque minuti di coito. E’ un problema che si affronta con rassicuranti risultati nei giovani fino ai trent’anni, con una percentuale del 90% di soluzioni positive, agendo sia con terapie di comportamento che con l’ausilio di cure farmacologiche, studiate per ritardare l’orgasmo e per mantenere l’erezione a lungo anche dopo l’eiaculazione.

La terapia medica
La terapia dell'eiaculazione precoce sarà causale laddove si riscontrino delle patologie organiche urologiche, neurologiche o altre, suscettibili di miglioramento terapeutico. Nelle forme psicogene sono stati proposti vari schemi terapautici che associano variamente tra loro anestetici locali in pomata, ansiolitici, antidopaminergici, serotoninergici, neurolettici in parallelo con psicoterapie brevi di tipo cognitivo-comportamentale. Il loro scopo è duplice: da una parte, quello di ritardare l’eiaculazione per ottenere una maggior soddisfazione dal rapporto; l’altro, più importante perché duraturo, è quello di “riprogrammare” il nostro sistema nervoso centrale affinché anche al termine dell’assunzione del farmaco, possa riproporre i “nuovi tempi” dell’eiaculazione, senza più aiuti farmacologici. Occorre un certo tempo per ottenere questo scopo, ma è intuibile che non si possa correggere in una settimana un sintomo che data da così tanto tempo, ed è ormai radicato nel nostro modo di essere.

Dal punto di vista comportamentale, l’aiuto rassicurante di uno specialista, sessuologo o psicoterapeuta che sia può risultare di grande aiuto. Il pericolo di lasciarsi condizionare dai complessi e dai dubbi che questo problema inevitabilmente si trascina dietro di sé è molto concreto. Quindi, lasciando da parte ogni incertezza, non bisogna permettere l’insorgere di fissazioni e paure sul proprio “modo” di amare perché questo non fa che aggravare la situazione. Imparare a diventare padroni del proprio corpo, accettando anche i limiti di bellezza fisica e di potenza sessuale è la strada migliore per amare in modo libero e spontaneo. Molto importante è anche la comunicazione all’interno della coppia: condividere le proprie ansie, cercando insieme la migliore sintonia possibile ci pone sulla via giusta per la soluzione del problema.

La terapia chirurgica
Anche la chirurgia può aiutarci a risolvere alcuni casi di precocità dell’eiaculazione, in particolar modo quelli dovuti ad ipersensibilità del glande. Infatti, nei soggetti ipersensibili può essere eseguita una procedura chirurgica chiamata “neurotomia”, ed associata molto spesso alla circoncisione. La neurotomia consiste nell’interruzione chirurgica di alcuni tronchi nervosi a partenza dal glande. Così facendo, si riducono gli stimoli a partenza dal glande, permettendo di tollerare più a lungo le sollecitazioni eiaculatorie. Inoltre, molto spesso questo intervento è associato alla circoncisione, che consiste nella rimozione chirurgica del prepuzio, quella parte di pelle cioè che ricopre il glande. Una volta allo scoperto, la mucosa del glande si ispessirà per reazione a stimoli esterni quali il contatto con le mutandine, con l’aria, ecc…, costituendo una barriera più efficace tra terminazioni nervose (interne) e ambiente vaginale (esterno). Entrambe le procedure sono effettuate durante lo stesso intervento, che viene condotto in anestesia locale e ambulatorialmente. Il successo di queste procedure deriva dai risultati, spesso brillanti, e dalla praticamente assenza di complicanze, dolenza e dolorabilità post-operatorie. Dopo circa 20 giorni, con il completo riassorbimento spontaneo dei punti di sutura, potrà essere ripresa l’attività sessuale.              

L’aperitivo del sesso
E’ consigliabile, in situazioni a rischio di veloce eiaculazione, gustare la voglia di iniziare l’amplesso senza assecondarla immediatamente; in questo caso i cosiddetti “preliminari” risultano di grande efficacia, a patto che vengano praticati badando non solo al proprio godimento, ma anche per quello del partner. Servono anche per prolungare il rapporto, considerando che               la risposta sessuale della donna è quasi sempre più lenta. I preliminari non devono necessariamente diventare la regola fissa, ma non vanno neanche trascurati, curando di non utilizzare sempre gli stessi e sempre nel medesimo ordine ma variandoli, lasciandosi andare al proprio umore con un pizzico di fantasia che non guasta mai.

Terapie di comportamento
L’eiaculazione è un processo costituito da due stadi ben distinti. Il primo si realizza con la contrazione delle vescicole seminali e della prostata, contemporaneamente alla chiusura dello sfintere della vescica. In questo modo un certo quantitativo di liquido seminale contenente spermatozoi viene spinto nell’uretra prostatica. Il secondo step è costituito dalle contrazioni ritmiche dei muscoli genitali che spingono il liquido seminale fuori dall’uretra, rappresentando il momento massimo di godimento per l’uomo. E’ bene sapere che, quando il primo stadio è stato innescato, non sarà possibile arrestarlo, un concetto da tener ben presente per comprendere al meglio le terapie comportamentali, utili a risolvere il nostro problema. Infatti i soggetti maschili che soffrono di questa disfunzione vengono istruiti a distinguere i vari livelli di tensione sessuale e l’eiaculazione imminente, imparando ad interrompere questa tensione crescente, prima che il primo stadio dell’orgasmo abbia avuto inizio.

Esistono quindi alcune tecniche di rilassamento da utilizzare durante l’atto, due delle quali vengono rispettivamente chiamate “Stop-Start” e “Squeeze”. Attraverso la prima l’interruzione può essere praticata interrompendo per un certo periodo la stimolazione dell’organo genitale maschile, finchè viene a calare il bisogno impellente di eiaculare; con lo “squeeze” il medesimo scopo viene raggiunto attraverso una compressione durante l’amplesso, da parte delle donna, del glande maschile che, successivamente, viene rilasciato per ritardare il più possibile il piacere di lui.

Meglio prevenire
Se tutte le persone fossero consapevoli che l’eiaculazione precoce è comunque una malattia curabile senza difficoltà, esse cercherebbero un aiuto di carattere terapeutico al più presto, quando tutto si può risolvere in breve tempo, concentrando al minimo il periodo della disfunzione. Siccome questo problema può minare pericolosamente la serenità della coppia, bisogna comprendere che l’eiaculazione precoce non è assolutamente un disturbo della personalità e neanche la manifestazione di una particolare nevrosi. Se per l’uomo può rappresentare un forte ostacolo alla sua soddisfazione, lo stesso vale per la soddisfazione riflessa della donna. Ogni attimo va assaporato senza avere in testa un traguardo, poiché il vero successo è costituito già dall’atto sessuale, se vissuto con coinvolgimento ed amore.

pubblicato sul VIVERSANI & BELLI (n.42/ottobre 2003)

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