Rassegna stampa | Paspartu, Impotenza: una malattia sociale
Cari amici, da oggi iniziamo un semplice percorso che ci farà conoscere più da vicino quelle che sono le più comuni patologie in ambito sessuologico maschile, cominciando con il problema probabilmente più “sentito”: il deficit erettile, meglio conosciuto con il termine di “impotenza”. Per deficit erettile, si intende l’incapacità, costante o anche solamente saltuaria, di ottenere o mantenere una erezione di rigidità adeguata, per un rapporto sessuale soddisfacente. Pertanto tale situazione comprende un ampio spettro di quadri clinici che vanno da deficit erettivi modesti o saltuari sino alla completa e costante assenza di erezione. In passato questa situazione veniva vissuta con grande ansia e spesso vi erano grosse difficoltà nel prendere piena coscienza del problema e nel cercare di risolverlo. L’incapacità di avere rapporti soddisfacenti viene ancora oggi vissuta come una specie di difetto vergognoso da celare non solo agli amici più fidati, ma anche al medico. Riesce difficile vivere questa situazione come una “malattia” qualsiasi, da affrontare e curare come facciamo normalmente. Ciò è sbagliato, perché, grazie ai recenti ritrovati terapeutici, si possono ottenere notevoli successi nel trattamento della disfunzione rettile, restituendo all’individuo una soddisfacente vita sessuale, fiducia ed autostima. Dai dati a nostra disposizione risulta che il problema è decisamente diffuso, interessando oltre 3 milioni di individui in Italia, cioè il 10-12% della popolazione tra i 18 e i 65 anni, senza distinzione di censo o di professione. Si comprende così come oramai il problema ha assunto dimensioni tali da inquadrarlo come una vera e propria malattia “sociale”. Inoltre, benché il disturbo colpisca il maschio, è indubbio che la partner ne viene pesantemente e costantemente coinvolta, assumendo talvolta il ruolo di alleata o, al contrario, di giudice severo.
Le cause possono essere psicologiche e/o organiche. In realtà, nella maggior parte dei casi, si tratta di situazioni miste in quanto molto spesso il fattore psicologico si instaura in seguito ad un disturbo sessuale di natura organica. Le cause psicogene sono più spesso presenti nei soggetti giovani e sono imputabili soprattutto a disturbi affettivi o di tipo ansioso, inclusa la cosiddetta “ansia da prestazione”. I soggetti della media o della terza età, invece, presentano più frequentemente una disfunzione erettile di natura fisica o, come viene propriamente definita, “organica”. Il deficit, in questo caso, può essere dovuto a lesioni proprie del pene o agli effetti indesiderati di alcuni farmaci, oppure può accompagnarsi ad una malattia internistica, tra cui gli stati di carenza ormonale, l’ aterosclerosi, le vasculopatie periferiche, il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, l’insufficienza renale cronica, e certi interventi di chirurgia della prostata e del retto.
Vi sono poi i fattori predisponenti, come il fumo e l’alcool, che pur non avendo una azione diretta, facilitano l’insorgenza del disturbo. Le modalità di insorgenza dei deficit erettivi possono essere diverse in relazione alle cause che ne sono alla base. La soluzione del problema deve essere ricercata nel consulto di medici qualificati, diffidando dei rimedi proposti da amici o conoscenti, sicuramente bene intenzionati, ma spesso male informati. “Pomate magiche”, “beveroni miracolosi”, “cerotti americani”, “fantomatici estensori” talvolta persino pubblicizzati in televisione da sedicenti esperti sessuali, possono nascondere insidie e pericoli, oltre naturalmente alla inutilità della spesa. La terapia medica va dai semplici ricostituenti generici, a sostanze che faciliterebbero l’erezione (leggi Viagra e altri farmaci di recente commercializzazione), fino a terapie ormonali, queste ultime indicate quando esiste una provata disfunzione endocrina. Quando i farmaci per bocca o per via sistemica sono inefficaci o non indicati, ottimi risultati si possono ottenere effettuando una microiniezione con un farmaco vaso-attivo, direttamente nei corpi cavernosi. Se, invece, la disfunzione erettile è dovuta all’incapacità di intrappolate il sangue che ha riempito i corpi cavernosi (“fuga venosa”), si può tentare una legatura delle vene che drenano il sangue da zone del pene alterate. Una soluzione definitiva è rappresentata dall’inserimento chirurgico di protesi peniene, oggi altamente sofisticate, efficaci e sicure.
del dr. Alessandro G. Littara