Rassegna stampa | Fox Uomo, Quando il pene "curva"
di Valeria Ghitti
Con la consulenza del dottor Alessandro G. Littara, andrologo, sessuologo e chirurgo andrologo a Milano e Roma.
A volte è leggermente curvo. Sì, proprio lui, il tuo migliore amico “pende”, a destra o a sinistra oppure in alto o in basso, sia in erezione che “a riposo”. C’è curvatura e curvatura: da forme lievi, che possono provocare, più che altro, un disagio estetico, a curve dette “a manico d’ombrello”, che rendono difficoltoso se non impossibile il rapporto sessuale. E poi, ancora, alcune curvature sono congenite, mentre altre derivano da una vera e propria malattia – l’induratio penis plastica - che tende a colpire verso i 50 anni. In ogni caso è un problema che si può risolvere.
Quando è congenita
Di cosa si tratta
Il pene curvo congenito interessa circa il 3-5 per cento degli uomini. Deriva da un’asimmetria delle strutture che costituiscono il pene. L’anomalia si manifesta dopo il completo sviluppo della pubertà e si mantiene così per tutta la vita.
Quali cause
La curvatura del pene è di natura congenita. Se il pene curva verso il basso, ciò deriva da un’uretra (il canale che conduce l’urina dalla vescica all’esterno) congenitamente più corta di alcuni millimetri. Piuttosto frequenti anche curvature laterali che derivano dalla presenza di un corpo cavernoso più corto dell’altro, per cui, soprattutto in erezione, il pene pende verso il lato più corto.
I sintomi
Il grado della curvatura è molto variabile: può essere appena accentuato oppure molto serio. Oltre alla curvatura del pene, però, non ci sono altri sintomi, neppure dolore.
Come si interviene
E’ bene accertare la causa della curvatura con una visita andrologica. Se si vuole (per motivi estetici) o si deve (per impossibilità ad avere rapporti) ovviare a questa anomalia, l’unica via è quella chirurgica, attraverso il cosiddetto intervento di Nesbit
L’intervento di Nesbit
Questo intervento, noto anche come corporoplastica, si svolge in anestesia spinale, in regime di Day-hospital. In pratica si interviene sul lato convesso del pene, “accorciandolo”. Si avrà così un pene dritto, ma anche tanto più corto quanto maggiore era la curvatura da correggere. Nei casi in cui l’accorciamento rappresenta un problema (soprattutto psicologico), a distanza di almeno 3 mesi si può praticare un successivo intervento di allungamento del pene. Nei primi giorni dopo l’operazione le erezioni notturne sono fastidiose, per cui possono essere ridotte, in numero e in intensità, grazie all’assunzione di un farmaco per alcuni giorni. Si riprendono le normali attività dopo circa 3-4 giorni, mentre per i rapporti sessuali bisogna aspettare un mese.
L’induratio penis plastica
Di cosa si tratta
L’Induratio Penis Plastica (o malattia di De La Peyronie) è una vera e propria malattia che interessa soprattutto uomini di mezza età. La curvatura del pene deriva dalla presenza di placche fibrose sulla tunica albuginea, la membrana elastica che riveste i corpi cavernosi del pene. Queste placche “tolgono” la naturale elasticità alla tunica per cui, in erezione, nella zona interessata dalla placca il tessuto rimane contratto e causa la curvatura del pene verso il lato colpito. L’induratio colpisce soprattutto uomini di mezza età.
Quali cause
Le cause non sono ancora note, ma si ritiene che probabilmente le placche siano cicatrici calcificate di lesioni delle tunica albuginea. Queste lesioni deriverebbero da traumi a carico del pene avvenuti durante il coito. I traumi al pene, infatti, lacererebbero le fibre della tunica, provocando, in un primo momento, infiammazione e, poi, la cicatrizzazione che, col passare del tempo, per via del deposito di sali di calcio, diventano dure e immodificabili. Questa ipotesi spiegherebbe anche perché sono generalmente più colpiti gli uomini di mezza età: hanno una tunica albuginea già meno elastica e più facilmente soggetta ai traumi del coito. Invece, nei giovani l’elasticità dei tessuti assorbe i traumi e negli anziani il vigore del coito non è tale da traumatizzare i tessuti già poco elastici.
I sintomi
In molti casi la malattia compare improvvisamente, ma in altrettanti casi si manifesta in modo lento. Ciò probabilmente deriva dal grado del trauma subito (nel primo caso potrebbe trattarsi di un trauma molto profondo, nel secondo di una serie di microtraumi). In una prima fase, acuta, si avverte dolore, non solo in erezione, e si nota la curvatura del pene. Dopo circa un anno, un anno e mezzo, la cicatrice si stabilizza e si forma la placca, che si avverte come un nodulo molto duro al tatto (fase stabilizzata).
Come si interviene
È importante una diagnosi precoce. Ai primi sintomi anomali è importante rivolgersi all’andrologo. Questo, con una visita accurata, un esame obiettivo, un’ecografia del pene potrà stabilire la presenza o meno della malattia e la fase in cui si trova, per procedere con la cura più adatta. Nella fase acuta si può intervenire con farmaci somministrati per bocca, per infiltrazioni o per ionoforesi (un metodo terapeutico che consente l’assorbimento cutaneo dei farmaci attraverso l’applicazione di corrente), talvolta associati a laser, ultrasuoni o radioterapia. Nella fase stabilizzata, invece, l’unica via è quella chirurgica. Attualmente viene sempre più svolto lo stesso intervento indicato per il pene curvo congenito, cioè l’intervento di Nesbit. Si preferisce, infatti, correggere la curvatura del pene piuttosto che eliminare le placche perché sono minori le complicanze e maggiori gli esiti positivi.
pubblicato su FOX Uomo (n.5/maggio 2004)