Approfondimenti | Prevenire l'invecchiamento
«All’improvviso, sono la metà dell’uomo che ero…». Se le parole di Yesterday dei Beatles vi sembrano avere più senso oggi di quando le sentivate da giovani, forse questa nuova comprensione non vi viene solo dalla saggezza che si acquista con gli anni…
Man mano che un uomo invecchia, il tasso di testosterone nel suo organismo diminuisce gradualmente ed eccolo a pensare con nostalgia a com’era quando sfidava il mondo. Il testosterone è l’ormone che conferisce le tipiche caratteristiche maschili, la voce profonda, la massa muscolare, i peli del corpo e del viso. Una carenza di testosterone si può esprimere con la stanchezza, la caduta della libido e tutto un insieme di altri effetti che ci fanno sentire più vecchi della nostra vera età. Il livello del testosterone diminuisce di circa l’1-2% all’anno a partire dai 30 anni, e la quantità di ormone che continua a essere prodotta dall’organismo può non avere la stessa efficacia a causa dell’aumento della produzione di un altro ormone, chiamato SBHG (globulina legante il testosterone nel sangue). In alcuni uomini l’abbassamento dei livelli di testosterone si traduce in uno stato noto impropriamente come andropausa, e più propriamente come “deficit androgenico legato all’età”, che si manifesta con un insieme di sintomi:
- calo del desiderio sessuale (libido)
- erezioni più difficoltose e meno stabili rispetto al passato
- mancanza di energia
- depressione
- irritabilità e umore mutevole
- perdita di forza o di massa muscolare
- aumento del grasso corporeo
- vampate di calore
Mentre alcuni uomini ritengono queste variazioni inevitabili, molti altri pensano, a ragione, che questi sintomi non debbano necessariamente fare parte del processo di invecchiamento. Ancora oggi, su milioni di uomini con deficit di testosterone solo il 5% segue una terapia, un atteggiamento che lascia senza risorse un’infinità di uomini che non solo non si sentono in forma come potrebbero, ma che in più corrono dei rischi di osteoporosi (fragilità ossea) e di problemi cardiovascolari come l’aterosclerosi (indurimento delle pareti arteriose), due fenomeni associati al calo del testosterone. Non c’è ragione di sentirsi indeboliti o depressi: per un medico è facilissimo diagnosticare il calo del testosterone con un banalissimo esame del sangue. Se i primi risultati indicano un tasso troppo basso si può ricorrere ad altri test, come l’analisi dello sperma o la medicina per immagini. Una volta stabilito o escluso il deficit ormonale, non resta che adottare le misure adeguate.
Andropausa
Le donne non sono le uniche ad affrontare un declino dell’attività ormonale con l’età, e anche se l’abbassamento del testosterone non è brutale come nella menopausa, non è privo di conseguenze sul benessere maschile. Anche gli uomini devono ricorre a un trattamento ormonale sostitutivo? E in quali casi?
Andropausa, un termine inappropriato
Calo della libido, stanchezza, aumento del rischio cardiovascolare, irritabilità, aumento del girovita… Tutti questi sintomi, frequenti negli uomini che si avvicinano alla cinquantina, potrebbero nascondere un deficit di testosterone. Insomma, l’andropausa esiste o no? Il calo ormonale riscontrabile negli uomini intorno alla cinquantina non è uno sconvolgimento comparabile alla menopausa, tuttavia è senza dubbio segno di un deficit di testosterone, legato all’età. Contrariamente alla menopausa, nell’uomo il deficit ormonale non compare brutalmente, mentre nella donna la menopausa consiste nella scomparsa definitiva della funzione riproduttiva ed è un arresto praticamente completo della secrezione ovarica di estrogeni e progesterone. La diminuzione del testosterone negli uomini è progressiva, e consente alla maggior parte di conservare la capacità riproduttiva fino a età molto avanzate. Al termine andropausa andrebbe perciò preferito quello più corretto di deficit androgenico legato all’età. Secondo alcuni studi, la diminuzione del testosterone inizierebbe negli uomini all’età di trent’anni, con un calo dell’1-2% all’anno. Senza cadute brutali, questa diminuzione non rappresenterebbe una fatalità maschile, contrariamente alla menopausa che tocca tutte le donne; nel caso dell’uomo intervengono fattori personali in virtù dei quali alcuni soggetti conserveranno per tutta la vita tassi elevati di testosterone, mentre altri avranno livelli molto ridotti. Il numero di uomini potenzialmente coinvolti nel calo ormonale è attualmente oggetto di varie estrapolazioni secondo le quali circa il 3.4% degli uomini di età superiore ai 50 anni avrebbe questo problema, contro il 20-55% della popolazione generale ultracinquantenne.
Quando si può iniziare a pensare di avere un problema? Il testosterone, prodotto dalle cellule di Leydig nei testicoli, agisce su un certo numero di organi, tra i quali i muscoli, i vasi sanguigni, il fegato, la prostata, gli organi genitali, il cervello, le ossa, la pelle, i capelli, ecc. Quando si installano insidiosamente, i disturbi legati al deficit di testosterone sono difficili da dissociare dalle manifestazioni naturali dell’invecchiamento. Secondo gli ultimi studi disponibili, si può pensare a diagnosticare un deficit in presenza di manifestazioni apparentemente banali che compaiono dopo i cinquant’anni, quali:
- disturbi sessuali con alterazione della libido, dell’attività sessuale, della funzione erettile e del piacere, e un’eiaculazione giudicata insufficiente
- sintomi funzionali quali astenia e aumentata affaticabilità, disturbi del sonno ma anche ipersudorazione e vampate di calore
- modificazione dello schema corporeo con diminuzione della massa magra (muscoli) e della forza muscolare, aumento del grasso viscerale, diminuzione dei peli pubici e ascellari, ipotrofia testicolare
- disturbi del carattere quali irritabilità o indifferenza, perdita di autostima, mancanza di motivazione e di combattività, disturbi della concentrazione e della memoria a breve termine
- osteoporosi
Di fronte a sintomi poco caratteristici, la diagnosi può essere fatta soprattutto sulla concordanza dei sintomi, e solo un bilancio ormonale eseguito in laboratorio la può confermare. Ma anche qui, resta il problema che non è facile determinare il valore di soglia del testosterone al di là del quale il trattamento si impone. Il valore di testosterone sufficiente a mantenere la libido o il tessuto muscolare può infatti variare da un uomo all’altro.