Approfondimenti | Libido e cervello: quando la voglia non c'è
Il meccanismo che presiede al desiderio sessuale è nascosto dietro l’occhio destro, e la mancanza di libido sarebbe attribuibile alla disfunzione di una microscopica zona del cervello.
Le ultime scoperte della medicina.
La buona salute fisica e psicologica è una precondizione essenziale alla nascita e alla crescita del desiderio, ecco perché fino a oggi era difficile distinguere l’abbassamento della libido “naturale” indotto dagli eventi esterni da una vera e propria disfunzione sessuale dai contorni imprecisi. L’HSDD, Hypoactive Sexual Desire Disorder o disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è un autentico disturbo sessuale o la base di una disciplina in cerca di classificazioni? Se è infatti possibile constatare un certo abbassamento del desiderio legato ai momenti e agli eventi della vita, un cambiamento importante e durevole può spingere a interrogarsi. In quale momento un problema sessuale diventa una disfunzione? Il declino del desiderio è una malattia, o piuttosto la risposta funzionale e sana di una persona stressata o stanca, o il riflesso di un particolare clima di coppia?
Malgrado qualche riserva, le cifre (Journal of Sexual and Marital Therapy) non sono consolanti: soffrirebbe di HSDD una percentuale compresa tra l’1 e il 15% della popolazione maschile adulta, con una piccola parte che non prova più alcun desiderio sessuale. Ma mentre per i disturbi dell’erezione sono oggi disponibili molte soluzioni, per un desiderio al tramonto la risposta alle cure psicoterapeutiche o farmacologiche non è garantita. Che fare? Per aiutare i più “inibiti”, un’équipe francese ha deciso di sapere che cosa gli passa per la mente. Il gruppo di ricerca del dr. Stoleru aveva identificato le aree cerebrali implicate nel controllo del desiderio sessuale maschile, una scoperta che ha rivelato come l’eccitazione è regolata da zone del cervello relativamente profonde e centrali dai nomi ostici: claustrum, putamen e corteccia cingolare anteriore. Ora gli stessi scienziati hanno deciso di approfondire lo studio, interessandosi ai processi cerebrali legati alla diminuzione o all’assenza di desiderio sessuale negli uomini. Riprendendo la metodologia originale del primo studio, i ricercatori hanno confrontato l’attività cerebrale di 7 uomini con desiderio ipoattivo, e di 8 uomini “sani”, sottoponendo tutti e 15 i soggetti dello studio a immagini sessualmente stimolanti: videoclip muti di 3 minuti, e 3 serie di fotografie con una gradazione crescente da neutra a esplicita. Le reazioni sono state misurate con la tomografia a emissione di positroni, che misura il flusso sanguigno nelle diverse zone del cervello. Risultato:
- negli uomini “sani” si osserva un abbassamento dell’attività di una parte della corteccia orbitofrontale sinistra in reazione agli stimoli visivi
- negli uomini con desiderio ipoattivo, questa zona non viene disattivata
Proprio il mantenimento di questa attività non consentirebbe di sbloccare il circuito cerebrale della sessualità. Il problema è rappresentato dall’assenza del meccanismo che rimuovere l’inibizione esercitata da questa zona del cervello: l’assenza di desiderio deriva perciò da un blocco.